
Libertà di stampa, dove va il mondo
«Chi vuol strappare il cuore a una democrazia, attacca i fatti. Questo fanno i nuovi autoritarismi nel mondo in cui viviamo»: il giudizio di Maria Ressa, giornalista filippino-americana Premio Nobel per la Pace 2020, è perfetto preambolo al Rapporto Internazionale sulla Libertà di Stampa, World Press Freedom Index, reso pubblico, a ridosso di Capodanno, da Reporter Senza Frontiere. Rsf, organizzazione di difesa dei media e del diritto all’informazione con base a Parigi, diffonde dal 2002, un questionario a giornalisti, avvocati, docenti, ricercatori di 180 Paesi, per raccogliere dati sull’accesso alla comunicazione indipendente, la repressione dei governi, le censure, i ricatti di lobby criminali, politiche o economiche, stilando infine una «classifica», dalle nazioni considerate, da chi risponde, più libere, a quelle relegate indietro. La prima, sconfortante, notizia viene da Hong Kong dove la Cina arresta giornalisti, chiude testate, intimidisce colleghi, reporter, attivisti. Hong Kong, a lungo animata da vivaci dibattiti, precipita