«Il vaccino Covid è stato il più grande crimine contro l’umanità #Bove», «Edoardo Bove. Un’altra vittima dei vaccini genocidi», «Questa è la nuova normalità nell’era post vaccinale» sono alcuni dei tweet comparsi su X, social network di proprietà di Elon Musk, subito dopo il malore del calciatore ventiduenne della Fiorentina, Edoardo Bove. La partita è stata interrotta e rinviata a data da destinarsi. Le immagini di lui accasciato sul campo accerchiato da giocatori, tecnici e medici sono state postate sul web. Tra i messaggi di affetto sono comparse molte teorie cospirative legate al Covid-19 e alla vaccinazione. Secondo la ricostruzione dell’ANSA, il giocatore si era sentito male poco dopo il primo quarto d’ora della partita contro l’Inter, il giovane aveva già avvisato i suoi responsabili di non essere in forma. Pochi passi e le gambe non hanno più retto. La narrazione nata dalla vicenda è legata alla presunta correlazione tra il vaccino e un peggioramento delle condizioni fisiche. Miocardite, emorragia cerebrale e scienziati «venduti a BigPharma che continuano a negare l’evidenza». Post da più di 65.000 visualizzazioni che hanno contribuito alla diffusione delle ideologie no-vax.
Lo studio si basa sull’analisi di sedici profili X, non solo italiani ma anche spagnoli e olandesi che, a ridosso del malore di Bove, hanno diffuso post disinformativi. Gli account che hanno contribuito alla diffusione di questa narrazione errata condividono anche post sull’aumento di malori improvvisi, soprattutto tra i giovani, dopo la campagna vaccinale anti-Covid, teorie cospirative, accuse politiche e scandali riguardanti personaggi pubblici e critiche all’Ue e alla Nato, sostegno a Russia e Brics, conflitto in Siria e Ucraina.
I commenti più ricorrenti su X sono: «Su Bove qualche “giornalista” sta già provando a intorbidire le acque e a ripetere la stessa bufala che fu detta per il giocatore Ndicka. Bove in realtà sembra aver avuto un infarto e se due compagni di squadra non gli avessero tirato fuori la lingua a questa forse non ce l’avrebbe fatta» o ancora «Non c’è mai stato un numero così alto di malori improvvisi e purtroppo di morti nel mondo del calcio. I medici sportivi che sanno quello che sta succedendo e le federazioni che non dicono nulla sono i primi responsabili di questa strage».
L’analisi condotta dal Luiss Data Lab ha evidenziato che gli account analizzati hanno collegato il malore a un possibile effetto collaterale dei vaccini. In alcuni casi, è stato riutilizzato e condiviso l’hashtag #nessunacorrelazione, che, già dall’inizio della pandemia, raccoglie notizie e post di persone colpite da malesseri vari, attribuendone le cause al vaccino.
L’attività legata a questo hashtag si concentra soprattutto sulla condivisione di post relativi a malori improvvisi, con una particolare attenzione rivolta al mondo dello sport, come nel caso del calciatore Bove.
Tra i principali account analizzati e che polarizzano il dibattito online, figurano noti influencer che già detengono il primato europeo come principali diffusori di disinformazione. Questi account, tra i più attivi nel rilanciare contenuti legati all’hashtag #nessunacorrelazione, hanno propagato teorie no-vax già dal 2020, mettendo in dubbio la sicurezza dei vaccini anti-Covid e collegandoli a presunti “malori improvvisi” e decessi.
Casi del genere si erano già verificati con altri sportivi come il tennista turco Altug Celikbilek che, solo pochi giorni fa, ha avuto un’emorragia cerebrale nel match con il connazionale Yanki Erel durante il torneo Itf di Monastir, in Tunisia. Mentre veniva sottoposto ad un intervento chirurgico che gli ha salvato la vita, su X un utente spagnolo scriveva: «Seconda improvvisazione sportiva della giornata con Edoardo Bove. Sicuramente i vaccini non c’entrano nulla».
«Succede sistematicamente con qualsiasi evento simile», spiega Walter Ricciardi, professore ordinario di igiene e medicina preventiva dell’Università Cattolica, «quando una persona muore i no-vax incolpano i vaccini». Ricciardi è stato consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza dal 2020 al 2022, nel pieno della pandemia da Covid-19, quando le campagne di disinformazione su questioni mediche hanno raggiunto l’apice di visibilità: «I no-vax sono una categoria eterogenea, caratterizzata da un’aggressività comunicativa, una violenza verbale per impaurire le persone. E poi c’è anche un lato di analfabetismo funzionale e sfiducia nella scienza», prosegue lo specialista, «ma gli studi hanno escluso qualsiasi correlazione dei vaccini con effetti collaterali tali da inibire la distribuzione, perché i benefici sono da sempre superiori ai rischi».
Secondo Ricciardi, «è importante che i media smentiscano queste notizie false ascoltando il parere degli esperti. Le istituzioni dovrebbero migliorare la comunicazione sui vaccini, essere dirette e comprensibili per contrastare inutili allarmismi, a maggior ragione oggi che i più giovani si informano soprattutto sui social».
Intervista a cura di: @michelangelogennaro
Analisi Luiss Data Lab