In un rapporto pubblicato mercoledì 23 ottobre, Recorded Future, azienda specializzata in intelligence sulla cybersecurity, ha analizzato le strategie di disinformazione adottate dal gruppo “Operation Overload”. Si tratta di attacchi mirati contro importanti testate giornalistiche americane e internazionali, istituti di ricerca e fact-checkers. L’operazione sfrutta tattiche come la diffusione di notizie false sulle elezioni statunitensi attraverso l’imitazione di marchi, fonti autorevoli e la manipolazione delle piattaforme social, per veicolare narrazioni allineate agli interessi strategici del Cremlino. Questo fenomeno analizzato anche da CheckFirst e Insikt Group, ha portato alla mappatura di obiettivi, metodologie e principali bersagli. Le tecniche di impersonificazione includono l’uso di loghi ufficiali e marchi stilizzati di rinomate testate, tra cui BBC, CNN, The Guardian, il New York Times, il Financial Times, Reuters, Le Figaro e Associated Press. Tra agosto 2023 e maggio 2024, le organizzazioni di fact-checking in Europa orientale, incluse quelle impegnate in attività di contropropaganda in Ucraina, hanno lavorato attivamente per smentire i contenuti di disinformazione divulgati da Storm -1679. Una delle principali tecniche utilizzate consiste nell’inviare una quantità massiccia di richieste di verifica di fatti non veritieri, simili a spam, indirizzate a giornalisti, ricercatori e fact-checker con l’obiettivo di ostacolare la loro capacità di smascherare i tentativi di disinformazione causando un sovraccarico di lavoro (che può causare ritardi nella condivisione di contenuti) o addirittura il fallimento nella gestione di informazioni critiche. La metodologia riflette l’approccio russo denominato “information laundering“, che viene definita dalla NATO Strategic Communications Centre of Excellence “come tecnica che propaga disinformazione attraverso una rete di intermediari per legittimare e nascondere le loro origini”. Lo scopo è aumentare la probabilità che la disinformazione venga percepita come credibile da parte del pubblico non consapevole, infiltrandosi così nel discorso politico mainstream. Altra tattica chiave utilizzata si chiama “content amalgamation,” e consiste nel mescolare vari tipi di contenuti per creare storie coese e stratificate, amplificate strategicamente su diverse piattaforme per instillare un falso senso di urgenza tra giornalisti e fact-checkers.
Attraverso l’imitazione di siti web, le notizie false vengono riprese e pubblicate da fonti riconosciute e acquisiscono infatti legittimità. In questo modo aumenta la loro capacità di influenzare l’opinione pubblica aggravando la crisi di fiducia che coinvolge media e istituzioni. La campagna si avvale di una vasta rete di bot, account Telegram e comportamenti inautentici coordinati (CIB) sui social media, che amplificano contenuti progettati per confondere la percezione pubblica e genera dubbi in contesti già polarizzati. Un modalità di operare che ricorda altri network di campagne di influenza legate alla Russia, come “Doppelgänger“, che mirava anch’essa a impersonare e screditare i media più autorevoli. Già nel corso del 2024, Insikt Group ha registrato un aumento significativo delle attività di Operation Overload in Europa sulle Olimpiadi di Parigi e sui rifugiati ucraini. Più recentemente, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre 2024, la campagna ha indirizzato la sua attenzione su questioni politiche interne, cercando di influenzare le opinioni degli elettori.
Negli ultimi tempi, il tycoon è emerso come un simbolo potente all’interno delle comunità legate a QAnon e ad altre ideologie estremiste. Incarnando la rabbia e l’insicurezza di molte persone, rappresenta un forte desiderio di cambiamento in un contesto percepito come corrotto. La sua figura di “superuomo” che lotta contro un sistema considerato ingiusto ha colpito profondamente, specialmente tra gli americani evangelici, che vedono in lui un guerriero mandato da Dio per affrontare le sfide di una società in rapido mutamento.
Presidente Donald Trump. Gli attacchi contro la Vicepresidente Harris sono avvenuti con una frequenza quattro volte maggiore rispetto a quelli rivolti al tycoon. “Questa disparità indica che il Cremlino potrebbe considerare le politiche di Harris come meno allineate ai propri interessi strategici” si legge nel report. Le informazioni errate diffuse su Harris comprendono storie inventate relative a irregolarità finanziarie, accuse riguardanti la sua famiglia e attacchi personali sulla sua salute. Alcuni di questi racconti sono stati tracciati fino a account che imitano quelli di media occidentali rispettabili.
Inoltre, i recenti trend di Google confermano questa crescente polarizzazione attorno alla figura di Trump: negli ultimi giorni, l’interesse per l’ex presidente ha raggiunto il 233,33% di ricerche in più rispetto a quelle per Kamala Harris. Anche su X, i trend osservati sono inquietanti. Termini come “MAGA” (acronimo dello slogan trumpiano star della community complottista di QAnon), Make America Great Again, “latinos”, “American’s Hitler”, “Trump to Hitler” e “Migrants” hanno dominato le conversazioni in America, rivelando una tensione crescente e un clima di rabbia e risentimento. Questi argomenti non solo riflettono le preoccupazioni degli elettori, ma anche le divisioni sempre più marcate all’interno della società americana.