La Russia sta rafforzando il suo controllo sui social media con nuove leggi che ampliano la capacità del governo di censurare e monitorare le piattaforme online. A riportarlo è l’Institute for the Study of War (ISW) che evidenzia come le misure, approvate dalla Duma di Stato, il 30 luglio 2024, mirino a costringere gli amministratori di account con più di 10.000 follower a fornire i propri dati personali a Roskomnadzor, l’agenzia federale di censura. Mentre i proprietari di piattaforme con oltre 500.000 utenti dovranno trasmettere i dati personali alle autorità di sicurezza (come Roskomnadzor o il FSB) a partire dal 1° novembre 2024.
Le nuove normative rappresentano un’espansione significativa del controllo statale sull’informazione, che già includeva misure come la limitazione della pubblicità sui canali considerati “agenti stranieri”.
Alexander Khinshtein, capo del Comitato per la Politica dell’Informazione della Duma, ha dichiarato che il traffico di YouTube sui computer desktop potrebbe essere rallentato del 40% entro la fine di questa settimana. In un post su Telegram ha commentato: “Lo smantellamento di YouTube è un passo obbligato, diretto non contro gli utenti russi, ma contro l’amministrazione di una risorsa straniera che continua a credere di poter violare e ignorare la nostra legislazione impunemente”. L’obiettivo è quello di dare poi più spazio ad altre piattaforme alternative (come le russe Rutube, VK Video).
“Non è un caso che il periodo estivo sia stato scelto per attuare la misura – continua Khinshtein – quando la maggior parte delle persone è in vacanza e utilizza dispositivi mobili per accedere a Internet. Tutto ciò che sta accadendo è una conseguenza della politica antirussa del servizio di hosting, che cancella sistematicamente i canali dei nostri personaggi pubblici (blogger, giornalisti, artisti) la cui posizione differisce da quella occidentale”.
Le nuove regole creeranno un registro chiuso di canali social approvati e forniranno loro un design visivo distintivo per garantire che gli utenti possano facilmente identificarli. I canali non registrati saranno esclusi dalla possibilità di pubblicare annunci o raccogliere donazioni, un impatto considerato preoccupante anche dai milblogger russi che dipendono dalle entrate pubblicitarie per sostenere i loro contenuti riguardo il conflitto in Ucraina.
In un contesto crescente di censura, il governo russo sta anche cercando di ridurre la dipendenza dai social media occidentali come YouTube, limitando la velocità di streaming su queste piattaforme. Questa mossa è vista come un tentativo di spingere gli utenti verso alternative controllate dallo stato, come la piattaforma VKontakte, l’equivalente di Facebook in Russia. Critiche non sono mancate anche da alcuni blogger locali che hanno segnalato che la piattaforma russa proposta non ha migliorato la sua infrastruttura per gestire il video come alternativa a YouTube.
Il 19 luglio 2024, l’agenzia di stampa del Cremlino, TASS, ha riportato che il governo stava considerando ulteriori misure di censura, inclusa la possibile introduzione di normative che richiederebbero ai canali con almeno 10.000 iscritti di fornire i propri dati personali. I canali che non si conformano potrebbero essere bloccati, rendendo così la censura statale ancora più pervasiva. D’altro canto, sempre attraverso l’agenzia russa si sostiene che siano in realtà i media occidentali a censurare. Secondo Roskomnadzor, YouTube non ha ancora rimosso oltre 61.300 video vietati, come richiesto dalla legge russa, mentre dal 2024 sempre la piattaforma di condivisione e visualizzazione video di Google, che raccoglie miliardi di filmati di ogni genere, ha bloccato 83 canali di media e figure pubbliche russe, tra cui “Solovyev LIVE,” “Crimea-24,” RT, RBK, NTV, e canali di artisti come Shaman e Polina Gagarina noti per i loro contenuti propagandisti e vicinanza al presidente Putin, nell’ambito del 14° pacchetto di sanzioni adottato dall’Unione europea contro la Russia.
Nei giorni scorsi anche Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha annunciato che la piattaforma inizierà a visualizzare il mese e il paese di registrazione per ogni canale, dichiarando che questo cambiamento mira a combattere le truffe. Una decisione che potrebbe anche essere interpretata come prima risposta alle nuove pressioni normative, influenzando un servizio che fino ad ora è stato promosso come uno spazio dedicato alla privacy e all’indipendenza.
Il governo russo continua a perseguire una strategia di controllo rigoroso dell’informazione, rispondendo alle sfide interne ed esterne con una serie di riforme che mirano a consolidare il dominio del Cremlino sull’opinione pubblica e a limitare la diffusione di contenuti critici. Con queste nuove leggi, la Russia rappresenta un esempio emblematico di come i regimi autoritari possono utilizzare il controllo dei media per mantenere il potere e reprimere il dissenso.