Esclusiva

July 15 2024.
 
Ultimo aggiornamento: July 16 2024
La strana storia di Mark Violets, spacciato per l’attentatore di Trump

Per alcune ore l’attentatore che ha sparato a Trump si è chiamato Mark Violets. Era una notizia falsa, nata come una presa in giro goliardica a un personaggio noto nella nicchia dei profili X italiani che si occupano di calcio

Il “Twitter Calcio” stavolta l’ha fatta grossa. Uno dei più importanti casi di disinformazione degli ultimi anni è stato innescato da uno scherzo a un giornalista e youtuber romano, direttore di un canale dedicato all’AS Roma.

Mark Violets Trump

Il post individua in maniera ironica in Marco Violi (il cui nome è stato inglesizzato in Mark Violets) il responsabile dell’attentato che ha ferito all’orecchio l’ex presidente americano Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania. Una foto con berretto e occhiali scuri e qualche dettaglio sull’accaduto in modo da renderlo credibile. Tanto è bastato per generare una valanga di retweet e far finire il volto del direttore del sito www.romagiallorossa.it, suo malgrado, sui social di tutto il mondo, su giornali online e perfino in un notiziario americano.

La pervasività della notizia è quasi inspiegabile. C’entra la tempestività con cui è stata fatta circolare, proprio nel momento in cui i media internazionali cercavano una foto del responsabile e ben prima che fosse rivelata la vera identità del presunto attentatore, il ventenne Thomas Matthew Crooks. La fretta di averla prima degli altri ha indotto in errore tantissimi account X con grande seguito e legati al mondo filo-Trump. Ma non sono stati gli unici: il nome Mark Violets è stato diffuso dal corrispondente camerunense Simon Ateba e perfino dal quotidiano spagnolo El País.

Un altro ingrediente che ha probabilmente contribuito al propagarsi della notizia falsa è stato il riferimento ad Antifa. Contrazione di “antifascist”, la rete di movimenti di sinistra è spesso finita nel mirino della galassia pro-Trump. Associare il responsabile dell’attacco ai loro nemici giurati deve essere sembrato subito plausibile, corretto e ha suscitato emozioni forti di rabbia e indignazione. Il bias di conferma e l’uso della componente emotiva sono due tra le principali casse di risonanza di cui si serve la disinformazione online. Poco importa se in questo caso non sia stata orchestrata dalla macchina della propaganda russa, ma da uno strampalato account romanista, il cui nome è una crasi tra Mussolini e Mourinho.

Chi bazzica il “Twitter Calcio” sa bene che dietro quel volto pasciuto non si nasconde un pericoloso sovversivo, ma il buffo giornalista romano e romanista. Già nel 2021, la sua fama aveva “bucato” la bolla della sottocultura legata ai profili X che commentano le partite di Serie A. Per motivi tuttora oscuri, uno spazio virtuale creato sempre da @moussolinho ha raggiunto picchi di 7000 partecipanti, tra cui moltissimi utenti connessi da Stati Uniti e Canada, il rapper Fedez, la conduttrice Andrea Delogu e la tennista Sara Errani. #VioliNation, così si chiamava, è andato avanti tutta la notte, trasmettendo parodie volgari di canzoni famose reinterpretate in chiave calcistica, dedicate a calciatori o dirigenti della Roma. Le opere erano effettivamente frutto dell’ingegno di Marco Violi, ma non era lui a trasmetterle, era all’oscuro di tutto e c’è chi ha definito l’iniziativa una forma di cyberbullismo.   

Già allora gli account che conoscevano il personaggio si sono stupiti dell’improvvisa notorietà. Il fatto che adesso Violi abbia letteralmente fatto il giro del mondo come presunto attentatore di Trump sta facendo impazzire gli utenti del Twitter Calcio. Molti ironizzano sul fatto che il diretto interessato sia anche stavolta ignaro e che l’indomani si sarebbe svegliato con i servizi segreti americani sotto casa. Altri sono solo increduli davanti a una “tempolinea” – termine tipico del gergo di internet e calco dell’inglese “timeline” – che ha travalicato i confini dell’assurdo. È spiazzante e per alcuni anche esilarante che uno scherzo che sarebbe dovuto restare confinato a una nicchia di calciofili annoiati dall’assenza di partite abbia trovato spazio nei fact-checking di testate come Reuters e Bloomberg.

Se si guarda alle possibili conseguenze su un uomo che per una notte è stato il volto di un momento storico tra i più dirimenti di questo secolo, la storia di Marco Violi (Mark Violets) smette subito di far ridere. Basta confermare qualche pregiudizio, fornire dettagli non verificabili ed essere tempestivi per creare un effetto a cascata dirompente, che può rovinare vite e minare perfino gli equilibri democratici di una superpotenza come gli Stati Uniti.

Lo scopo era goliardico, di certo @moussolinho non puntava a “trollare” il globo, ma la circostanza mette comunque i brividi. Se è così facile convincere mezzo mondo di un’assurdità, senza nessun intento malevolo, né con l’ausilio di intelligenza artificiale generativa, allora basta davvero un niente per passare dalla farsa alla tragedia.

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Articolo a cura di Gennaro Tortorelli