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Esclusiva

November 22 2023.
 
Ultimo aggiornamento: March 12 2024
La disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas promuove estremismo e polarizzazione

A ottobre la percentuale della disinformazione sulla crisi israelo-palestinese è la più alta degli ultimi 17 mesi

A OTTOBRE LA PERCENTUALE DELLA DISINFORMAZIONE SULLA CRISI ISRAELO-PALESTINESE È LA PIÙ ALTA DEGLI ULTIMI DICIASSETTE MESI PER UN SINGOLO ARGOMENTO

I cinque progetti editoriali italiani che hanno pubblicato contenuti di verifica dei fatti, e che hanno contribuito a questo report*, hanno pubblicato, a ottobre 2023, un totale di 210 articoli di fact-checking. Di questi, 13 (6,2%) hanno avuto per oggetto casi di disinformazione riguardanti la guerra in Ucraina, 19 (9,4%) la pandemia,
5 (2,4%) il cambiamento climatico e 3 (1,4%) l’Unione europea.

A partire dal mese di ottobre, sia EDMO che IDMO monitorano tre nuovi argomenti oggetto di disinformazione: comunità Lgbtq+ e temi di genere (9 articoli di verifica dei fatti su 210 totali, 4,3%), questioni relative all’immigrazione (4 articoli su 210, 1,9%) e la guerra in corso tra Israele e l’organizzazione terroristica Hamas (82 articoli su 210 totali, pari al 39%).

La crisi in Medio Oriente tra Israele e Hamas è l’argomento di gran lunga più oggetto di disinformazione a ottobre. Una percentuale tanto alta per un singolo tema non si vedeva in Italia da maggio 2022, quando la disinformazione sulla guerra in Ucraina valeva il 43% del totale. Benché leggermente maggiore, la percentuale è in linea con quella rilevata a livello europeo da EDMO (36%).

La disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas promuove estremismo e polarizzazione

LA DISINFORMAZIONE SUL CONFLITTO TRA ISRAELE E HAMAS

Diverse sono le narrazioni di disinformazione che hanno riguardato la crisi in Israele e Palestina. Nei giorni immediatamente successivi all’attacco terroristico del 7 ottobre, che ha scatenato le azioni repressive di Israele nella striscia di Gaza, le storie false si sono concentrate sulla giustifcazione delle azioni di Hamas (tramite la diffusione di presunti crimini di guerra israeliani), sulla deumanizzazione dei terroristi (esasperando ulteriormente l’atrocità delle loro già efferate azioni) e sull’esagerazione dei loro successi militari. Queste storie false rilevate in Italia sono in linea con quanto evidenziato in un’analisi preliminare del fenomeno condotta da EDMO a livello europeo.

Col passare del tempo, la disinformazione si è poi concentrata a sovrarappresentare le manifestazioni di supporto alla causa palestinese (o, più raramente, a Israele) e suggerire un imminente allargamento del conflitto, con presunti interventi da parte di rilevanti soggetti politici. In Italia diverse storie false appartenenti a questa narrazione hanno suggerito il coinvolgimento degli Stati Uniti.

Sul tema sono circolate anche alcune teorie del complotto. Una, molto diffusa nella disinformazione filo- israeliana (“Pallywood”), sostiene che filmati e immagini che arrivano della guerra, e in particolare da Gaza, siano in realtà frutto di una messinscena. Secondo queste notizie infondate, le vittime del conflitto sarebbero attori o addirittura terroristi che interpretano civili le cui vite sono state devastate dalla guerra (sono stati rilevati casi simili anche nella disinformazione filo-palestinese, ma meno diffusi). Un’altra teoria del complotto, invece molto diffusa nella disinformazione filo-palestinese, sostiene invece che la gran parte delle vittime civili del 7 ottobre sarebbero state causate dalle forze di sicurezza israeliane.

La principale tecnica di disinformazione rilevata a proposito del conflitto è quella che utilizza video e immagini vecchi, relativi ad altri eventi, che vengono presentate in modo fuorviante come relative al conflitto in corso.In alcuni casi è stato rilevato anche l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale ma per ora si tratta di una minoranza del totale. In generale, i contenuti disinformativi presenti sui social promuovono false narrazioni favorevoli talvolta all’una e talvolta all’altra parte.

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* Progetti che hanno contribuito a questo report: BlastingNews, Bufale.net, Facta.news, Open, Pagella Politica