Il caldo estivo ha infiammato il dibattito sul riscaldamento globale. Dopo le temperature record del 3 luglio, quando la media globale ha superato per la prima volta i 17 C°, il primato è stato battuto ancora il giorno successivo e di nuovo il 6 luglio (17,23 C°). La World Meteorological Organization ha dichiarato che la prima settimana del mese è stata la più calda mai registrata.
Intanto Nature Medicine ha pubblicato uno studio preoccupante: durante l’estate 2022, si stima che siano morte 61.000 persone in Europa per il caldo estremo. Il primo posto va all’Italia, in testa a questa classifica di mortalità con 18.000 vittime tra il 30 maggio e il 4 settembre.
Nonostante i dati poco rassicuranti forniti dalla comunità scientifica, i cambiamenti climatici restano un tema di scontro politico e gli eco-scettici non sembrano convinti della gravità della situazione. Sui social il negazionismo continua a prosperare e anche nelle ultime settimane si sono attivate campagne di disinformazione sul clima.
I negazionisti climatici contro scienza e giornali
La pubblicazione di Nature Medicine è stata messa in discussione da alcuni giornalisti e account su Twitter e Telegram. Le principali critiche hanno riguardato i fondi dello studio, finanziato dal programma Horizon Europe di ricerca e innovazione. Stando agli eco-scettici, l’Unione Europea starebbe finanziando questo genere di ricerche per giustificare le politiche di transizione ecologica: l’alta mortalità per il caldo sarebbe solo l’ultima emergenza inventata da una propaganda allarmista e pianificata.
Rappresentando i ricercatori come subalterni alle presunte pressioni politiche dei propri committenti, questa narrazione nasconde il sistema di peer review degli articoli scientifici, che devono passare al vaglio di altri scienziati prima della pubblicazione. L’indipendenza della comunità scientifica è messa in discussione senza fornire prove, perché la sfiducia nella scienza è il presupposto implicito a monte di queste accuse.
L’idea che la transizione ecologica necessiti di una giustificazione è di per sé distorta. Da tempo, gli scienziati concordano sulle cause umane del riscaldamento globale e sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Tuttavia, i negazionisti non credono che l’umanità sia responsabile della crisi climatica, né che l’innalzamento delle temperature debba preoccuparci. «Nuovo studio: fa caldo perché è estate», è il commento del sito web Byoblu.
Anche l’aumento delle temperature viene messo in discussione. Sui social si è diffusa la voce secondo cui non sarebbe il caldo ad essere insolito: «Ricordatevi che la sola anomalia è che si parli di temperature prese al suolo». Secondo questa teoria, i giornali starebbero riportando delle misurazioni differenti da quelle tradizionali per alimentare una narrazione allarmista sul clima. In particolare la stampa farebbe riferimento alla temperatura al suolo, ovvero il calore della superficie terrestre al tatto, e non a quella dell’aria in uso per le previsioni meteo. Quest’ultima si rileva a due metri di altezza e all’ombra.
Il complotto ha preso piede dopo che il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo sulla temperatura superficiale in Italia, registrata dall’ESA grazie al satellite Sentinel-3. Da allora i negazionisti sostengono che ogni temperatura comparsa sui giornali sia stata misurata al suolo. Non esistono evidenze a sostegno di questa tesi, mentre i pochi articoli che fanno riferimento alla temperatura superficiale specificano la differenza di rilevazione rispetto al calore dell’aria.
L’intreccio novax e il “Grande Reset”
Spesso i negazionisti del riscaldamento globale promuovono anche tesi novax. Le due tematiche sono molto vicine, perché accomunate da un forte sentimento antiscientifico. Ad esempio si è diffusa la teoria secondo cui i colpi di calore sarebbero in realtà malori improvvisi causati dai vaccini. L’obiettivo di questa narrazione è negare la principale causa di morte connessa alle alte temperature e incolpare i vaccini delle vittime del caldo. Infatti i disinfluencer sostengono che, dall’inizio della pandemia da Covid-19, i numeri ufficiali di mortalità vengano falsificati per terrorizzare le persone.
I punti di contatto tra le campagne di disinformazione sul clima e sui vaccini gettano luce su un complotto più grande. Si tratta del Grande Reset, teoria nata nel 2020 che continua ad avere successo nei gruppi cospirazionisti. Il nome nasce da un’iniziativa del World Economic Forum per promuovere una discussione internazionale sulle grandi sfide di oggi: la ripresa economica post-pandemia e la crisi climatica. “The Great Reset” era il tema Forum di Davos 2021, dove i leader mondiali intendevano pianificare una crescita economica sostenibile e nuove relazioni internazionali.
Nella narrazione complottista, il Grande Reset sarebbe un piano ordito dal WEF per controllare il mondo. A partire dalla pandemia, scatenata di proposito con un virus creato in laboratorio, il WEF starebbe usando i media internazionali per diffondere il terrore con emergenze create a tavolino. Dopo l’emergenza Covid-19, ingigantita con numeri falsificati sulle vittime, adesso l’allarme sul riscaldamento globale servirebbe a imporre nuove politiche autoritarie.
Questa trama, inventata dagli influencer di estrema destra americana, è sbarcata da tempo in Italia. Ad esempio, un servizio del sito Dentro la Notizia sostiene che la transizione ecologica servirebbe a distruggere le aziende agrarie e aumentare la crisi alimentare. L’obiettivo del WEF sarebbe sterminare per fame la popolazione umana, così da far durare più a lungo le risorse naturali limitate «a uso esclusivo di un’élite». I sopravvissuti verrebbero poi usati come «schiavi transumani», attraverso la fusione del loro corpo con parti robotiche e intelligenze artificiali. Per quanto assurda, questa teoria continua a trovare consenso sui social.
Report di Michelangelo Gennaro, Research Assistant Luiss Data Lab.