“Le sanzioni dell’Ue non hanno rappresentato nessuna sorpresa per la Russia e la retorica aggressiva dell’ultimo periodo da parte di Mosca è solo un modo per alimentare la tensione”: così l’Incaricato d’Affari lituano in Italia Valdemaras Juozaitis, capo provvisorio dell’Ambasciata di Lituania a Roma, mentre prosegue il conflitto tra Unione Europea e Russia sulla questione di Kaliningrad, l’exclave russa sul Mar Baltico. Le autorità lituane hanno implementato le sanzioni europee vietando il transito di alcune merci russe sul proprio territorio che comprende il tratto ferroviario che passa attraverso il “Corridoio di Suwałki”, un lembo di terra al confine tra Lituania e Polonia che collega la Bielorussia a Kaliningrad. Quest’ultima resta collegata a Mosca senza alcuna limitazione via mare.
La Russia ha intimato il suo Paese di sospendere le sanzioni che coinvolgono Kaliningrad, quanto vi sentite minacciati dal regime di Putin?
Le minacce della Russia per la Lituania non sono nulla di nuovo, ma a differenza di molti anni fa, oggi il mio Paese è membro della NATO. Siamo molto soddisfatti dei risultati del Vertice NATO di Madrid perché sono state prese delle decisioni che rafforzeranno ulteriormente la sicurezza dei Paesi baltici. Inoltre, come è noto, il quinto articolo dell’Alleanza Atlantica afferma che l’attacco contro un Paese membro vada considerato come un attacco contro tutta l’Alleanza e siamo certi che nel caso di un’aggressione la NATO difenderebbe ogni centimetro del suo territorio. In ogni modo, la retorica di Mosca contro di noi è molto alta e prendiamo seriamente le minacce russe, per questo sono in corso consultazioni con i nostri partner e prepariamo le nostre azioni in stretta collaborazione con loro. La Lituania sta implementando le sanzioni in stretto coordinamento con la Commissione europea. Lo scorso aprile abbiamo ricevuto un chiarimento per quanto riguarda il transito di merci sanzionate nella regione di Kaliningrad, stiamo seguendo le indicazioni ricevute e così faremo in futuro.
L’Unione Europea sta discutendo la possibilità di esentare il territorio di Kaliningrad dalle sanzioni. Ci sono novità che può annunciarci?
Non posso commentare la questione perché le discussioni sono ancora in corso. In ogni caso, è importante constatare che le sanzioni che la Lituania sta implementano non sono sanzioni lituane, ma europee. Sono state decise da tutti i Paesi dell’Ue all’unanimità, non abbiamo preso una decisione unilaterale. Le sanzioni devono essere attuate e non dovrebbero essere prese decisioni in grado minare la credibilità o l’efficacia della politica sanzionatoria dell’Ue. La Russia era consapevole fin da marzo che queste sanzioni sarebbero entrate in vigore da metà giugno. Non c’è stata nessuna sorpresa e la retorica aggressiva dell’ultimo periodo da parte di Mosca è solo un modo per alimentare la tensione. In ogni modo, non ne siamo intimoriti. Siamo stati uno dei Paesi che ha sostenuto maggiormente le sanzioni contro la Russia e continueremo a farlo.
Nel vertice NATO di Madrid è stato raggiunto un accordo per l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza. L’entrata di questi due Paesi cambierà la vostra politica di sicurezza?
Con l’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO il Mar Baltico diventerà sempre di più un mare interno dell’Alleanza e questo è un fatto importante per la nostra sicurezza. Poi c’è da considerare che Finlandia e Svezia hanno due eserciti molto forti, tra i più avanzati al mondo. Con questi due Paesi nell’Alleanza saremo tutti più sicuri.
Nel caso in cui la Russia decidesse di attaccare il Corridoio di Suwałki con molta probabilità la Bielorussia verrebbe coinvolta. Ritenete che Minsk supporterà qualunque decisone presa da Mosca?
Quello che è certo è che a Minsk c’è un dittatore che ha già utilizzato tecniche di guerra ibrida contro di noi. Lo scorso anno ha provocato un’ondata migratoria verso la Lituania e abbiamo dovuto prendere scelte drastiche, come quella di costruire delle barriere ai nostri confini con la Bielorussia. Un altro motivo di preoccupazione per noi è la centrale nucleare bielorussa di Astravec che dista solo 50km da Vilnius e che è considerata non sicura secondo gli standard di sicurezza internazionali.
Siete abbastanza indipendenti sul piano energetico da Mosca e i suoi alleati?
Sì, siamo pienamente indipendenti e questo ci rende molto fieri perché venti anni fa la nostra dipendenza energetica da Mosca era totale. Quando abbiamo iniziato a costruire le infrastrutture necessarie a renderci indipendenti la Russia ci fece grandi pressioni, prima sospendendo le forniture di petrolio, poi vendendoci il gas naturale a un prezzo tre volte più alto rispetto a quello offerto agli altri Paesi europei. Fu un periodo difficile, ma eravamo consapevoli di star perseguendo un obiettivo strategico. La società lituana accettò le difficoltà del momento e restò unita.
La Lituania ha sempre avvisato sui rischi rappresentati dalla Russia anche in periodi in cui altri Stati europei hanno tenuto atteggiamenti più accomodanti nei confronti di Mosca. Che consiglio darebbe ai vostri partner europei oggi?
Dobbiamo far sì che l’Ucraina vinca questa guerra, questa è la prima lezione che dovremmo imparare tutti. La seconda lezione è che se la Russia dovesse vincere in Ucraina non si fermerebbe. I prossimi Stati coinvolti potrebbero essere i Paesi baltici. La Lituania fu attaccata dalla Russia quando nessuno poteva aiutarla e questo destino non deve ripetersi con l’Ucraina che va supportata con ogni mezzo. L’Italia da questo punto di vista è un esempio. È stato uno dei primi Paesi a dichiarare che l’Ucraina appartiene alla famiglia europea e ha sostenuto con forza che le venisse riconosciuto lo status di Paese candidato all’ingresso nell’Ue. Siamo grati all’Italia per questo.
Articolo di Francesco Di Blasi, studente del Master in Giornalismo e Comunicazione Multimediale dell’Università Luiss Guido Carli.