«Antisemitismo e fascismo stanno avanzando in tutta Europa, l’uomo non impara da nessuna mostruosità che ha commesso. È una cosa desolante per l’umanità».
È una voce rotta dalla fatica e dalla commozione quella di Edith Bruck, scrittrice e poetessa sopravvissuta ai campi di sterminio.
Nonostante l’agenda piena, Bruck è riuscita a ritagliare un po’ del suo tempo prezioso per concederci un’intervista per il podcast “Impronta Digitale”.
Il 27 gennaio “memoria” è una parola che ricorre più del solito, che ci spinge a riflettere e a capire. «Nessuno è più fedele della memoria, non ti lascia mai», scrive Edith Bruck in una poesia.
La Giornata della Memoria per la scrittrice è tutti i giorni, un ricordo quotidiano che ha affidato alle pagine dei suoi libri e che da anni porta nelle scuole, dove “la voglia di sapere dei ragazzi” la ripaga di questa fatica costante.
Per Edith Bruck non bisogna aspettare il 27 gennaio per parlare della Shoah, per ricordare quell’orrore di cui è stata testimone. «Non si parla degli zingari, degli omosessuali, dei primi deportati del ’33, dei portatori di handicap…», sottolinea durante l’intervista.
Con il termine Olocausto, infatti, si indica non solo il genocidio di cui furono responsabili i nazisti e i loro alleati nei confronti degli ebrei d’Europa, ma anche lo sterminio di tutte le minoranze ritenute “inferiori” dai nazisti per motivi ideologici o razziali, come gli oppositori politici, i rom o i portatori di handicap mentali e fisici.
Le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di sterminio oggi più che mai sono preziose, in un contesto dove l’antisemitismo e gli estremismi stanno avanzando in tutta Europa. Pochi mesi fa i manifestanti No Green Pass e No Vax hanno protestato a Novara contro il certificato verde vestiti come gli ebrei deportati nei campi di concentramento. Una banalizzazione e strumentalizzazione di una tragedia, quella dell’Olocausto, come sottolinea durante l’intervista Bruck: «Il green pass è per salvare le vite, non per ammazzarle. Non credo ci sia ignoranza ma un’ideologia dietro i movimenti No Vax, che sanno benissimo quello che fanno».