Esclusiva

Dicembre 23 2024
Luigi Mangione: dall’accusa di omicidio al fenomeno dei Social Media

Il ventiseienne accusato dell’omicidio del CEO di UnitedHealthCare, rischia la pena di morte. Con IDMO abbiamo analizzato i trend generati dal fenomeno “dell’anti-eroe”

Una quindicina di agenti armati della NYPD ha scortato Luigi Mangione, accusato di aver ucciso il CEO di United Healthcare Brian Thompson giovedì al tribunale federale di New York. Dietro di loro anche il sindaco Eric Adams. Una parata che per molte persone è sembrata paradossale. La foto è girata rapidamente ovunque su X, tra chi dice che avevano voluto farlo apparire come un cattivo di Batman e chi scherzava che si fosse fatto  le sopracciglia in tempo per l’udienza.  Mangione ha quattro capi d’imputazione federale, tra cui due per stalking, uno per possesso di arma da fuoco e uno per omicidio di primo grado con l’aggravante del terrorismo per cui rischia la pena di morte. Le accuse federali si aggiungono a quelle statali, già presentate a New York. 

“Voglio inviare un messaggio molto chiaro e forte” questo il commento del sindaco di New York ai giornalisti fuori dal tribunale “Questo atto di terrorismo e la violenza che ne deriva sono qualcosa che non sarà tollerato in questa città”. A seconda della prospettiva l’America ha un nuovo nemico, o un nuovo eroe. Sui social sembra prevalere la seconda opzione. 

Una glorificazione social

Una volta terminata la caccia all’uomo in un McDonalds della Pennsylvania l’internet si è scatenato per stanare ogni dettaglio della sua vita. I suoi gusti musicali, i racconti degli amici che lo dipingevano come un ragazzo altruista, i problemi alla schiena forse cause della sua frustrazione contro il sistema sanitario. Il suo profilo di X è passato dall’avere 23 mila followers a circa 375 mila, e ora  si è stabilizzato sui 474 mila followers. Sono comparsi nel giro di pochi giorni fatti da fan e utenti che ricostruivano l’assassinio, la vita di Mangione e il processo. Deny, defend, depose è diventato tanto un brand da mettere come merchandise quanto il simbolo della rabbia degli americani contro il sistema sanitario.

Sui social, Mangione ha ricevuto supporto e celebrazioni per il presunto omicidio. Una raccolta fondi per la sua difesa legale ha superato i 150.000 dollari, trasformandolo in una sorta di “martire”. 

L’analisi dei dati

Grazie al lavoro di IDMO, sono stati analizzati oltre 2700 tweet e circa 20 account di influencer internazionali che parlano di Luigi Mangione. Lo studio mostra come sia emerso un acceso dibattito online e, in particolare, come alcuni utenti lo ritengano colpevole della morte del CEO della nota compagnia di assicurazione americana, mentre altri credano nella sua innocenza. Numerosi associano Luigi Mangione a Charlie XCX, con un tono che varia tra l’entusiasta e il sarcastico. Luigi Mangione è definito ‘brat’ perché sarebbe un ribelle e anticonformista virale, proprio come la cantante

Luigi Mangione: dall'accusa di omicidio al fenomeno dei Social Media

L’analisi dei cluster, condotta da IDMO e Zeta Italy News, evidenzia alcuni macro-argomenti, organizzati in base al numero e di contenuti e al coinvolgimento medio. Il primo cluster ruota attorno alla controversa figura di Luigi Mangione e all’omicidio del CEO Brian Thompson, suscitando opinioni polarizzate e un forte engagement. Il secondo cluster si concentra su celebrità e cultura pop, esplorando gossip e scandali che spaziano dalla musica alla politica (tra cui Trump, Biden, Beyoncé, Jay-Z e altri). Il terzo critica il sistema sanitario e politico americano, attirando l’attenzione di un pubblico interessato a temi socio-politici. Il quarto cluster, caratterizzato da teorie del complotto e speculazioni sensazionalistiche, stimola il dibattito. Il quinto raccoglie le reazioni emotive del pubblico, tra empatia, indignazione e sarcasmo, mentre il sesto utilizza umorismo e ironia per trattare temi complessi, generando alto engagement.

I temi dei dibattiti social

Nel dataset analizzato, i temi legati a Luigi Mangione dominano la scena, con un elevato livello di coinvolgimento, grazie alla natura sensazionale delle accuse e alla curiosità verso eventi controversi. Altri temi, come la cultura pop, le critiche politiche e le teorie del complotto, contribuiscono a diversificare i contenuti, attirando segmenti di pubblico differenti.

Luigi Mangione: dall'accusa di omicidio al fenomeno dei Social Media

I contenuti relativi a Luigi Mangione registrano un alto livello di coinvolgimento, misurato in base alla media di like, condivisioni e visualizzazioni, soprattutto tra gli utenti che esprimono frustrazione verso le istituzioni. “Inoltre, come già osservato in altri trend, i tweet che propongono teorie del complotto tendono a generare un elevato engagement, stimolando discussioni e dibattiti, anche se spesso prive di fondamento”, spiega Federica Urzo, giornalista e analista di IDMO. I contenuti che suscitano emozioni forti, sia positive che negative, ottengono infatti maggiore interazione e tendono a polarizzare il dibattito. L’uso di meme, umorismo e ironia si rivela particolarmente efficace nel mantenere alto il coinvolgimento degli utenti, facilitando la diffusione virale dei contenuti.

Luigi Mangione ha suscitato un’attenzione mediatica e social che, pur polarizzando l’opinione pubblica, tende a concentrarsi sulle sue presunte motivazioni e sul suo carattere piuttosto che sul crimine stesso. Lo studio “The Dangerous Racialization of Crime in U.S. News Media” del Center for American Progress evidenzia come i media trattino i criminali bianchi con maggiore empatia, esplorando le loro motivazioni e sofferenze personali, mentre i colpevoli neri o latini siano spesso ridotti a stereotipi razziali. 

L’effetto Halo 

Il fascino verso Luigi Mangione puó anche essere considerato la declinazione social di un fenomeno psicologico ampiamente studiato: l’effetto halo. È un bias cognitivo che porta a giudicare l’intera persona su paio di caratteristiche positive, mentre quelle negative passano in secondo piano. La definizione è nata da uno studio di Edward Thorndike del 1920. Studi successivi hanno analizzato come quest’effetto distorce l’opinione pubblica anche verso i criminali. Ted Bundy venne idealizzato perché considerato di bell’aspetto e carismatico. La sua immagine di uomo affascinante e irresistibile contrastava con la brutalità dei crimini che commise negli anni ’70.  Durante il suo processo molti testimoni lo descrivevano come un uomo intelligente, educato e gentile.

Luigi Mangione affascina perché sembra tutto fuorché un assassino efferato. Fa parte di una delle famiglie più ricche del Maryland, ha un master in ingegneria della prestigiosa università della Pennsylvania, ascolta Charlie XCX e Taylor Swift lascia recensioni su Goodreads. Ma se si unisce il bell’aspetto, le passioni normali e il suo gesto ecco che si ha la ricetta dell’eroe popolare. Laddove le istituzioni falliscono o sembrano assenti la violenza diventa giustificata se non celebrata. Da un lato, un ragazzo che uccide un uomo. Dall’altro il CEO di un’azienda sanitaria con il più alto tasso di rimborsi (32%) che secondo l’opinione social, ha ucciso molte più persone. In uno spazio diviso in tifoserie dove le sfumature non sono accettate, si sceglie un vincitore e un perdente. 

Mariahelena Rodriguez

Zeta Luiss