Circa metà delle infrastrutture energetiche ucraine sono state danneggiate dai bombardamenti russi. Mentre l’inverno avanza e le temperature scendono sotto lo zero, 10 milioni di ucraini sono senza elettricità. Nelle case mancano acqua corrente e riscaldamento, soprattutto a Kherson e Mykolaiv, dove i civili vengono evacuati per sfuggire al freddo.
Lo Stato Maggiore russo, che non ha saputo contrastare la controffensiva ucraina iniziata in estate, nelle ultime settimane ha cambiato strategia. Infatti, il sabotaggio delle infrastrutture civili non colpisce solo l’esercito di Kiev, ma l’intera nazione, mettendo alla prova il sostegno popolare al governo Zelensky, intenzionato a proseguire la guerra fino alla liberazione del Paese. Anche il sistema sanitario è messo in difficoltà dai blackout e i razionamenti di corrente. Secondo Eleonora Tafuro Ambrosetti dell’Osservatorio ISPI su Russia, Caucaso e Asia Centrale, la crisi energetica potrebbe portare a un «aumento degli aiuti economici richiesti da Kiev ai partner occidentali», colpiti a loro volta da inflazione e crisi economica.
I Paesi europei hanno condannato con fermezza il ricatto del Cremlino contro la vita e la salute di milioni di civili. Mercoledì 23 novembre, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che dichiara la Russia Stato terrorista. Anche l’Italia si è unita alle critiche contro Mosca: in una nota, il presidente Giorgia Meloni ha ricordato il 90° anniversario dell’Holodomor, lo sterminio per fame della popolazione ucraina voluto dal regime di Stalin. «Il pensiero va ai milioni di ucraini, in gran parte anziani e bambini, privati in pieno inverno di elettricità, acqua e riscaldamento dai bombardamenti russi», ha scritto la premier.
Sui social, molti utenti hanno espresso solidarietà per il popolo ucraino. Tuttavia, la propaganda pro-Russia si è attivata per mettere in discussione il sostegno del governo italiano a Kiev. Le retoriche filorusse sull’emergenza energetica hanno seguito filoni differenti, spesso in contrasto tra loro.
La Russia non sta perdendo, l’Ucraina se l’è cercata
«Ma come? Ogni giorno l’Ucraina vince la guerra, ma la stessa Ucraina è al buio, al freddo ed al gelo», ha scritto una influencer su Twitter, nel tentativo di screditare la narrazione dei media occidentali dopo la liberazione di Kherson. Sulla piattaforma sono comparsi molti tweet simili, così concentrati a esaltare la strategia di Mosca da dimenticare gli effetti che avrà sui civili. In alcuni casi, le sofferenze degli ucraini sono state accolte con entusiasmo: «Prossimo punto è la fine dei combustibili! Poi segue il freddo e la fame. Se la sono cercata», si legge in un post.
Su Telegram è diventata virale un’immagine satellitare, in cui si vede l’Europa illuminata durante la notte, ad eccezione dell’Ucraina completamente al buio. La foto risale al 2017 ed è stata modificata per veicolare una notizia falsa, come evidenziato da Facta. Prima di essere analizzata dai fact-checker, l’immagine è stata mandata in onda durante la trasmissione Tagadà, su La7. Sul web, la si trova accompagnata da commenti di malcelato cinismo, spesso travestito da ironia («Il Mar Nero si è esteso? No, è l’Ucraina al buio…»).
Un tweet riporta l’immagine modificata segnalata da Facta.
Guerra in Ucraina: l’inverno più freddo è colpa della Nato
Non tutti i sostenitori del Cremlino hanno riso della crisi energetica. In alcuni casi, si è fatto leva sull’empatia dell’opinione pubblica verso il popolo ucraino, per diffondere indignazione contro la Nato. Come? Incolpando i Paesi occidentali di quello che, secondo il sindaco di Kiev Klitschko, si preannuncia «il peggior inverno dalla Seconda guerra mondiale».
«Penso sia arrivato il momento che l’Ucraina si renda conto di essere la vittima sacrificale di una guerra combattuta dagli Stati Uniti», ha detto un influencer Telegram ai suoi oltre 100.000 follower. Su Twitter, gli ha fatto eco un account che esibisce la bandiera russa nel nome utente: «Le migliaia di cittadini ucraini, anziani e bambini, che moriranno in questo inverno, saranno sulla coscienza di Biden, della Nato ma soprattutto dei vigliacchi Governi Europei». Post simili omettono sistematicamente le responsabilità del Cremlino, che dopo nove mesi di invasione fallimentare ha intensificato i bombardamenti su centri abitati e infrastrutture civili.
Negazionismo climatico e allarme profughi
C’è anche chi pensa in grande, sfruttando l’emergenza umanitaria in Ucraina per tirare in mezzo i cambiamenti climatici. Nelle campagne di disinformazione sul tema, è comune trovare riferimenti a temperature rigide registrate in qualche parte del mondo, perché, secondo i negazionisti climatici, basta che faccia freddo per provare che il riscaldamento globale sia una menzogna. Anche le cronache sul duro inverno ucraino sono state strumentalizzate in questo modo.
Sulle sue pagine social, il sito web sovranista Imola Oggi ha commentato l’allarme freddo lanciato dall’Oms: «In Ucraina le temperature potrebbero scendere fino a -20°C (fino a ieri lanciavano l’allarme riscaldamento globale)». Il giorno dopo ha rincarato la dose: «I “rifugiati climatici” non scappano più dal caldo, ma dal freddo!», si legge sul canale Telegram ufficiale, con un’allusione ai civili ucraini che potrebbero rifugiarsi nell’Unione Europea.
Infrastrutture civili in fiamme nella regione di Kiev dopo il bombardamento russo del 10 ottobre.
Stando a una influencer su Twitter, l’ondata di profughi invernale sarebbe il risultato della strategia «ARMI+SANZIONI», ovvero del sostegno militare della Nato a Kiev e dell’embargo economico contro Mosca. Ancora una volta, le bombe russe cadono nel silenzio.
Report di Michelangelo Gennaro, Research Assistant Luiss Data Lab.