Un gruppo di persone su Twitter ha inviato un obice semovente pesante in Ucraina per combattere gli invasori russi. Non è un meme, ma un’operazione portata avanti dalla Nafo (North Atlantic Fellas Organization). Ai più il nome non dirà nulla, ma si tratta di un gruppo di memer (persone che fanno immagini ironiche) che, parodiando la più nota Nato, si pone l’obiettivo di combattere i russi attraverso meme che prevedono fotomontaggi con Photoshop del cane-meme Cheems (uno Shiba Inu “deformato” che storpia le parole).
Gli adepti si sono dotati di alcuni strumenti per rendere più efficace la loro attività. Quando uno di loro individua un utente pro Russia che fa propaganda, commenta con l’hashtag #Article5 (un riferimento all’articolo Nato che prevede la difesa congiunta degli Stati parte dell’accordo in caso di aggressione) per far accorrere nel post altri membri armati di commenti pro Ucraina. Secondo un’analisi del think-thank Institute for Strategic Dialogue e riportata da Politico, in un giorno in media più di 5mila post su Twitter sono legati alla Nafo.
Il collettivo, le cui prime tracce sulla rete sono riconducibili al 24 marzo 2022, fino a oggi si era distinto soprattutto per la lotta continua alla disinformazione russa sui social network attraverso l’uso di immagini ironiche. In parallelo, i membri avevano raccolto fondi per armare la legione georgiana d’Ucraina (un’unità militare volontaria con numerosi stranieri tra le sue fila) attraverso l’iniziativa “Saint Javelin” e la vendita di merchandise. Non solo: gli adepti della Nafo hanno spesso preso parte a donazioni massicce su signmyrocket.com, grazie a cui il Superbonker 9000 è sceso in campo. Il sito è frutto di una raccolta fondi avviata su Telegram dallo studente ucraino di informatica Anton Sokolenko. Questi voleva sostenere lo sforzo bellico del suo Paese e, a tale scopo, ha iniziato a coinvolgere soldati ucraini per scrivere messaggi sulle munizioni dietro compenso. Bastano poche centinaia di dollari e Sokolenko fa scrivere un messaggio personalizzato su un proiettile di artiglieria o di carro armato e lo fa fotografare come prova per chi dona. L’iniziativa ha avuto un successo strepitoso e altre persone in Ucraina hanno iniziato a copiare il suo modello. Secondo il suo sito web, signmyrocket.com ha raccolto quasi 300mila dollari da circa duemila finanziatori e, con il ricavato, Sokolenko ha acquistato 29 auto per portare i feriti via dal fronte, 15 droni e 4 Starlink. Ora, anche questo mezzo militare si aggiunge alla lista.
Motherboard (testata del network Vice) ha individuato a maggio l’inizio della partecipazione di Cheems alla guerra in Ucraina. Per la precisione, al giorno in cui Kama, un designer, ha iniziato a creare immagini personalizzate dei “fella” per tutti i finanziatori della Legione georgiana. «Per noia, ho iniziato a creare sempre più “Fella” e a imprimerli su immagini casuali dell’Ucraina», ha spiegato Kama stesso a Motherboard.
Nemico giurato della Nafo è Mikhail Ulyanov, ambasciatore russo in Austria, accusato di diffondere propaganda sull’invasione dell’Ucraina. Dopo una discussione in cui il diplomatico ha replicato loro “queste scemenze sono parole tue, non mie”, i membri dell’organizzazione hanno iniziato a commentare i tweet di Ulyanov con la stessa frase, copiata e incollata a ripetizione (la tecnica del “copypasta”, cioè pubblicare commenti uguali per deridere l’interlocutore).
Il trolling e lo schernimento online attraverso meme e linguaggi internettiani non sono una novità sulla scena internazionale. Tuttavia, di solito sono i russi a farne uso (gli account Twitter delle ambasciate russa in Italia e in Regno Unito, per citarne alcuni, hanno spesso fatto uso di contenuti come meme, vignette, slang internettiano proveniente da blog come Reddit o imageboard come 4Chan). Il fatto nuovo è che gli ucraini (e la comunità di meme internazionale) stanno rispondendo a questa iniziativa in modo massiccio ed efficace. Zelensky è diventato parte integrante del linguaggio dei meme, insieme a tutta una serie di nuovi termini come “Rashist” (che combina russo, razzista e fascista in lingua inglese) e “Tractor Troops” (meme ricorrenti sui trattori ucraini che trainavano i carri armati russi abbandonati in giro per il Paese).
E il governo ucraino non è stato da meno: ha colto la palla al balzo e ha utilizzato i suoi canali ufficiali (siti, social) per rilanciare meme e iniziative di questo tipo. Partecipando anche in prima persona alla produzione di contenuti ironici (shitposting): a un video di turisti in fuga dalla Crimea dopo alcune esplosioni non identificate del mese scorso hanno abbinato una canzone del gruppo pop anni Ottanta Bananarama e il messaggio: «È ora di tornare a casa, la Crimea è Ucraina».
Ora, dopo il trolling sulla rete, il crowdfunding che ha portato all’acquisto di un 2S7 Pion, un obice, che la Nafo ha chiamato “Superbonker 9000” (anche qui, il nome è un riferimento a una serie di meme ricorrenti sulla rete). Il mezzo è stato dato in dotazione alla Legione georgiana. Da Photoshop al campo di battaglia, la milizia digitale è scesa in campo al fianco della controffensiva dell’Ucraina. Che, dal canto suo, con un meme postato sul profilo ufficiale della Difesa ringrazia i suoi inaspettati “fellas”.
Articolo di Francesco Stati, giornalista professionista e collaboratore di IDMO, del Luiss Data Lab e del Master in Giornalismo e Comunicazione multimediale Luiss