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Esclusiva

Aprile 5 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 29 2024
I siti identificati da NewsGuard che pubblicano disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina passano da 116 a 172

NewsGuard annuncia oggi che in poco più di quattro settimane i suoi analisti hanno identificato 56 nuovi siti che pubblicano disinformazione sul conflitto tra Russia e Ucraina

NewsGuard annuncia oggi che in poco più di quattro settimane i suoi analisti hanno identificato 56 nuovi siti che pubblicano disinformazione sul conflitto tra Russia e Ucraina, e 13 nuove false narrative riguardanti la guerra che si stanno diffondendo online. 

NewsGuard ha lanciato il suo Centro di monitoraggio della disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina il 3 marzo 2022, dopo aver identificato e monitorato 116 siti che stavano pubblicando disinformazione su Russia e Ucraina, e le dieci principali bufale che erano state diffuse sul conflitto. A poco più di un mese di distanza, il numero di narrazioni false individuate da NewsGuard è più che raddoppiato, arrivando a 23, mentre il numero di siti monitorati è giunto a 172, un aumento del 48% rispetto al numero di siti individuati al 3 marzo. 

Il Centro di monitoraggio, consultabile qui, continuerà a documentare e a sfatare le principali bufale relative al conflitto. Delle 23 principali narrazioni false individuate, 20 fanno parte della propaganda del Cremlino, mentre tre sono a favore dell’Ucraina e veicolano informazioni false o fuorvianti contro la Russia, al fine di dare un’immagine favorevole, ma inaccurata, della prestazione dell’Ucraina in guerra. NewsGuard aggiornerà il suo elenco non appena emergeranno nuove bufale o quelle già note si evolveranno.

172 siti con informazioni false. E il numero è in continuo aumento.

Ognuno dei 172 siti individuati dal Centro di monitoraggio della disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina ha diffuso almeno una delle 23 narrazioni false elencate. Prima dell’invasione russa, NewsGuard aveva già assegnato alla grande maggioranza di questi siti una valutazione rossa, perché ritenuti generalmente inaffidabili. 172 è un numero di domini ben più alto della manciata di siti identificati e sanzionati da piattaforme digitali come Google, Facebook, Twitter e TikTok all’inizio dell’invasione. Tutti questi siti hanno pubblicato informazioni false diffuse anche dal Cremlino.

In alcuni paesi, le piattaforme digitali hanno annunciato misure temporanee contro noti canali di propaganda russa come RT, Sputnik News e TASS. Tuttavia, numerosi siti identificati da NewsGuard continuano liberamente a diffondere bufale sulle rispettive piattaforme, senza che ci sia alcuna forma di segnalazione da parte delle piattaforme stesse che avverta i lettori che questi siti diffondono disinformazione. Un esempio di un sito meno conosciuto che promuove le bufale della Russia riguardo all’Ucraina è OneWorld.press, che si identifica come un “Think Tank Globale” e che NewsGuard ha valutato come generalmente inaffidabile perché pubblica regolarmente informazioni false che promuovono la disinformazione russa e perché non rivela la proprietà del sito. La scheda informativa di NewsGuard su questo sito segnala che il suo dominio è stato registrato a Mosca. 

In realtà, 55 dei siti finora identificati da NewsGuard stanno generando introiti tramite la pubblicità programmatica, con annunci pubblicati per conto di marchi di punta che di fatto vanno a finanziare la disinformazione russa senza che questi marchi ne siano a conoscenza o ne abbiano l’intenzione. 

Molte di queste pubblicità programmatiche sono inserite da Google, che gestisce la principale demand-side platform che distribuisce annunci pubblicitari per i più grandi marchi al mondo.

“La Russia dispone di una strategia a più livelli per introdurre, amplificare e diffondere in tutto il mondo narrazioni false e distorte”, ha affermato Steven Brill, Co-CEO di NewsGuard. “Il governo di Putin si serve di un insieme di media statali ufficiali, siti e account anonimi e altri metodi per diffondere false narrazioni pensate per promuovere gli interessi russi e indebolire gli avversari. Continueremo a monitorare le principali bufale mano a mano che vengono diffuse e continueremo a identificare e valutare siti che pubblicano falsità propagandistiche”.

“Il governo di Putin ha approfittato del fatto che le principali piattaforme digitali della Silicon Valley non hanno saputo prendersi le proprie responsabilità per quanto riguarda i siti di ‘notizie’ che promuovono nei loro spazi”, ha affermato Gordon Crovitz, Co-CEO di NewsGuard. “Ad esempio, il fatto che YouTube abbia temporaneamente bloccato RT di Putin, dopo che per anni RT ha potuto vantare di essere la più popolare fonte di notizie sulla piattaforma YouTube di Google, con 10 miliardi di visualizzazioni, è un’iniziativa limitata e giunta troppo tardi. Questi video contengono informazioni propagandistiche false sull’Ucraina che mirano a giustificare l’invasione russa. Il problema non riguarda solo i lettori ingannati da notizie fuorvianti, ma anche gli inserzionisti, comprensibilmente sconvolti nell’apprendere che Google e altri fornitori di tecnologie pubblicitarie stanno pubblicando le loro pubblicità su siti che supportano la disinformazione di Putin, mettendo in pericolo la sicurezza dei loro marchi mentre sovvenzionano a tutti gli effetti gli sforzi della propaganda russa”.

“Nel caso di RT, Sputinik e TASS”, ha aggiunto Brill, “si tratta di canali di ‘notizie’ che sono stati obbligati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti a registrarsi come agenti stranieri. Uno si aspetterebbe che questo sia un indizio sufficiente perché la Silicon Valley capisca che tali siti non sono fonti affidabili o degne di ricevere introiti pubblicitari favoriti dalle sue piattaforme”.

La missione di NewsGuard è quella di combattere la disinformazione nell’interesse dei lettori, dei marchi e delle democrazie. Tramite il browser Edge e il motore di ricerca Neeva, Microsoft fornisce le valutazioni e le schede informative di NewsGuard ai propri utenti, così che conoscano la natura delle fonti di notizie che vedono sulle piattaforme digitali. Un crescente numero di inserzionisti, agenzie e società che forniscono tecnologie pubblicitarie utilizzano gli strumenti per la sicurezza dei marchi offerti da NewsGuard, per assicurarsi che la pubblicità programmatica non vada ad alimentare siti di disinformazione, come quelli che pubblicano bufale filo-russe che giustificano la guerra contro l’Ucraina. NewsGuard fornisce il suo catalogo delle principali bufale a diversi settori, fino al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, al Cyber Command del Pentagono e ad altri enti governativi e di difesa. Nel 2020, il Global Engagement Center del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, citando i report e i dati di NewsGuard, ha delineato le componenti chiave delle azioni di propaganda del Cremlino nel suo rapporto Pillars of Russia’s Disinformation and Propaganda Ecosystem.

Ricercatori, piattaforme, inserzionisti, agenzie governative e altre istituzioni interessate ad accedere all’elenco dei domini che supportano la disinformazione del governo di Putin possono contattare NewsGuard qui: Richiedi elenco domini.