In Italia c’è un legame diretto tra la comunità Novax e quella che produce disinformazione sulla guerra in Ucraina. Un’indagine preliminare svolta su Twitter dall’Italian Digital Media Observatory (IDMO), hub nazionale del network EDMO dell’Unione europea, tra il 15 febbraio 2022 e il 10 marzo 2022, con l’utilizzo di Datalize e con il supporto di Catchy Big Data, mostra che i maggiori profili dei disinformatori del conflitto utilizzano in prevalenza “hashtag” legati alla guerra e alla protesta Novax. L’analisi prende in esame i top hashtag, i top writer e influencer che dominano le conversazioni online in Italia su propaganda filorussa, Novax, estremisti e teorie cospirazioniste come QAnon.
Tra i primi tre hashtag più utilizzati troviamo i due paesi in guerra (#Ucraina e #Russia), e il presidente del Consiglio italiano (#Draghi), citato come leader che ha portato alla distruzione economica l’Italia e alla negazione dei diritti costituzionali dei cittadini. Il quarto hashtag più popolare è “#Greenpass” che supera “#Putin”, quinto tra i più utilizzati. L’hashtag legato al certificato verde è utilizzato con un’accezione negativa tipica del mondo novax, questo è reso evidente dagli altri hashtag utilizzati dagli stessi profili, come ad esempio “#nogreenpass” o “#giornodellavergona”, dove quest’ultimo è stato il simbolo della protesta contro l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori over 50, introdotto lo scorso 15 febbraio 2022.
I dati elaborati da IDMO, tramite complex network analysis, mostrano una correlazione tra la comunità di disinformatori sulla guerra in Ucraina e quella dei Novax. Se si considerano i meccanismi di scambio di informazioni su Twitter, inoltre, è presumibile che l’intersezione sia destinata ad aumentare. È probabile che gli utenti appartenenti sia alla rete Novax che a quella dei disinformatori legati alla guerra, condividendo contenuti visibili da entrambe le comunità, fungano da raccordo tra i due mondi, spingendoli a sovrapporsi in misura sempre maggiore.
Il profilo dei disinformatori sulla guerra in Ucraina
Gli utenti che producono più disinformazione sul conflitto in Ucraina sono spesso caratterizzati da un numero di follower medio-basso, ma da un’alta attività su Twitter, condividendo molti post e commenti. Tra di loro però ci sono alcuni influencer che hanno una folta comunità di follower e generano alti livelli di engagement (interazioni con altri utenti).
Oltre a essere Novax, i disinformatori esprimono sostegno per il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. La campagna di fake news sulla guerra in Ucraina è filo-russa nella quasi totalità dei casi analizzati. Le notizie false più diffuse tendono a giustificare l’invasione dell’Ucraina o a negare i crimini commessi dai militari di Mosca. Nel primo caso l’argomento più utilizzato è la presenza di filonazisti al potere in Ucraina. Vengono pubblicate diverse immagini che mostrano cimeli attribuiti all’esercito ucraino, senza fornire prove. Molti fotomontaggi ritraggono anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky mentre tiene in mano una maglietta con la svastica nazista.
Le negazioni dei crimini dell’esercito russo hanno come tema principale l’ospedale pediatrico di Mariupol bombardato da Mosca. Si sostiene ad esempio che l’ospedale fosse in realtà abbandonato da mesi, o che la foto di una madre sopravvissuta all’attacco sia una messa in scena.
L’analisi di IDMO mostra come la disinformazione sull’invasione russa dell’Ucraina in Italia abbia forti connotati ideologici. Oltre a provenire in gran parte dalla comunità novax italiana, è quasi sempre filo-russa. Se l’intento di chi produce questo tipo di disinformazione è chiaramente a sostegno della Russia, resta da capire se il sentimento filo-putiniano di chi ricondivide queste informazioni sia in prevalenza preesistente o sia generato dalla disinformazione delle fake-news stesse.
Articolo di Francesco Di Blasi, studente del Master in Giornalismo e Comunicazione Multimediale dell’Università Luiss Guido Carli.