Articolo di Natasha Caragnano, giornalista de La Repubblica.
Quando gli eventi si susseguono in modo veloce e confuso, come nel conflitto in corso in Ucraina, è difficile distinguere la realtà dalla finizione. E sui social network è facile inciampare in foto e video che in realtà sono falsi. Da quando, nella notte del 24 febbraio, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’autorizzazione delle operazioni militari in Ucraina, una serie di immagini fuorvianti hanno fatto il giro del web.
Nelle ore di apertura del conflitto diversi video di operazioni militari russe in Ucraina sono diventate virali su Twitter, social network statunitense dove si condividono idee e discussioni in meno di 280 caratteri. Secondo una clip, visualizzata milioni di volte, paracadutisti russi stavano facendo incursione nella città ucraina di Kharkiv. Ma secondo le operazioni di fact-checking, controllo e verifica dei fatti, dell’emittente britannica Bbc la clip è comparsa per la prima volta su internet nel 2016, in lingua russa.
A cadere in questa trappola di disinformazione anche l’ambasciatore ucraino negli Stati Uniti, Volodymyr Yelchenko, che ha pubblicato un video in cui si vedono delle esplosioni dietro dei palazzi. “Mariupol – città ucraina sulla costa settentrionale del Mar d’Azov – adesso”, ha scritto Yelchenko su Twitter. Ma il video era già stato pubblicato il 29 gennaio da un profilo su TikTok – social network cinese di condivisione video – chiamato “Kiryshkkanew” che condivide clip di attacchi militari ed esplosioni.
Le piattaforme di social network, come Twitter e Facebook, hanno cercato di assumere un ruolo sempre più attivo nell’individuare e rimuovere contenuti falsi o non verifacati. Ma la grande quantità di immagini e la velocità con cui diventano virali ha reso più difficile questo lavoro.
La foto di una ragazza in un autobus, in Ucraina, con il fucile in una mano e lo smartphone nell’altra è l’esempio perfetto. Milioni di utenti l’hanno condivisa con frasi del tipo: “La vita in Ucraina adesso”. Ma secondo l’agenzia di stampa Reuters, la foto è apparsa per la prima volta il 30 marzo 2020 su Imugur, un sito per la condivisione di immagini, e poi è circolata su Reddit, un misto tra un social network e un forum.
Il post o tweet, a seconda che sia condiviso su Facebook o Twitter, è diventato virale nella prima metà di febbraio, prima dell’inizio dell’invasione russa. Diversi video e foto, infatti, avevano iniziato a circolare negli ultimi mesi, insieme alle prime notizie dell’esercitazione e raccolta di truppe russe al confine ucraino.
Secondo l’ultimo report dell’Italian Digital Media Observatory (Idmo) – l’osservatorio nato su impulso della Commissione europea per l’analisi e il contrasto alla disinformazione coordinato dal Luiss Data Lab, centro di ricerca dell’Università Luiss Guido Carli, diretto da Gianni Riotta – nel mese di gennaio la maggior parte della disinformazione in rete, oltre al Covid-19, ha riguardato la situazione in Ucraina. Le principali fake news riguardavano l’inizio di un conflitto che ancora non c’era, lo scoppio di una bomba atomica o la chiusura dello spazio aereo tedesco ai velivoli britannici che portavano equipaggiamenti militari in Ucraina.
Delle volte occorrono strumenti specifici per riconoscere i dettagli fuorvianti in queste immagini, altre basta un motore di ricerca e un occhio attento. Basta infatti caricare una foto sulla “Ricerca tramite immagine” di Google per scoprire, per esempio, che l’immagine delle truppe russe che alzano una bandiera sull’edificio municipale nella città ucraina di Kharkiv non è nuova in realtà. La foto, che per alcuni era la prova schiacciante della conquista della città da parte di Mosca, in realtà era stata scattata nel 2014, agli inizi del conflitto tra i due Paesi.